FEMMINISMI – TRA MEMORIA E MILITANZA (1970 – 1990)

FEMMINISMO TRA MEMORIA E MILITANZA

                                   Esposizione di libri, riviste, documenti e manifesti dal 1970 al 1990

(Un movimento che trasformò milioni di coscienze di donne)

Si avvicina l’8 marzo con un importante sciopero internazionale femminista e transfemminista proclamato da una parte dei sindacati di base che hanno accolto e fatto loro l’appello di Non Una di Meno. Ma, invece di manifestare in tante sulle nostre piazze, si faranno dei piccoli presidi e degli eventi durante tutta la giornata: il covid19 non molla la presa ma neanche noi molleremo la nostra volontà di esserci, e di farci sentire ancora una volta.

 Ma quest’anno come? Aggiungeremo alle nostre azioni di lotta e ai presidi nello spazio pubblico un evento di grande rilievo culturale e politico, un’esposizione di materiali femministi presso il Circolo Anarchico Berneri di Reggio Emilia, dove abbiamo raccolto libri, riviste, materiali “antichi” e rari come possono essere ciclostilati, piccoli libretti, volantini che vanno dal 1970 al 1990 circa.

Non soltanto in quei fogli ingialliti e secchi è passata la storia fatta di lotte, di collettivi, di speranze, ma è la storia delle donne, di quelle mani che hanno confezionato, di quelle intelligenze che hanno pensato e di quei corpi che hanno lottato. E quelle carte ammucchiate sulle librerie sono un ponte tra le parole delle donne e la memoria storica, sono la testimonianza di obiettivi che in parte si sono raggiunti, pensiamo al diritto al divorzio e all’aborto e altri sono ancora da raggiungere come l’uguaglianza sessuale (il non essere più preda di nessuno) e quella economica (non essere più dipendente da alcuno).

Sono molteplici le lotte che le donne hanno iniziato e che portano avanti, prima fra tutte quello di essere considerate e quindi di fare “storia”, di essere “storia” e non l’ombra di qualcosa o di qualcuno, ma protagoniste, nel senso più profondo del termine.

In questi tumultuosi materiali si cela un tumultuoso desiderio di emergere, di lottare senza tregua, in mille rivoli e in mille situazioni. Troviamo la partecipazione attiva ai seminari, ai laboratori, che si crearono in quegli anni, ai numerosissimi convegni e assemblee. Impossibile qui citare tutto quello che è stato quel femminismo compatto che nasceva e che produceva, smuoveva le coscienze per prendere atto della subalternità. Furono anche anni in cui avvennero divisioni all’interno del movimento e molte conflittualità ma, indubbiamente, emerse un movimento di “base” che innalzò i problemi da privati a “politici”. I dibattiti sul divorzio e sull’aborto furono portati alla luce e la società civile dovette prenderne atto e divenirne parte attiva.

Si scoprirono i testi di Anna Maria Mozzoni, di Alexandra Kollontai e di Anna Kuliscioff, scoprimmo un grande oceano di pensatrici, di scrittrici, di poete e di filosofe nonché donne di scienza, di musica e di arte che non conoscevamo prima. Fiorirono case editrici come “La Tartaruga” e “Le edizioni delle Donne” e anche “Rivolta Femminista”: tutto contribuì a far emergere il sommerso.

Le donne più impegnate dovettero staccarsi dai gruppi politici maschili per poter prendere la parola, avere spazi e  la possibilità di confrontarsi tra donne su questioni propriamente femminili, a cui i maschi non erano interessati come la “medicina per le donne”, o la scoperta del pensiero femminile sia in letteratura che negli altri campi culturali.

Eva Figes col suo libro: “Il posto delle donne in una società di uomini” del 1970 denunciava tutta la difficoltà per una donna di proseguire gli studi, frequentare l’Università, trovare un lavoro e mantenerlo anche quando divenisse moglie e madre. Nel 1973 Lotta Femminista con il testo: “Il personale è politico” delineava tutto quello che sarebbe stata la grande battaglia delle donne: parlare di femminismo, di autonomia, di visibilità all’interno delle famiglie, delle case, dei luoghi di lavoro e della politica.

E le donne, come mostrato sui  libri di fotografia come quello di Paola Agosti (1976), iniziavano a sfilare nei cortei sempre in modo massiccio e in modo creativo, danzando o creando cerchi dove cantare; si riscopriva un modo diverso di stare tra donne (un modo antico e mai dimenticato): confidarsi, gioire, soffrire, esserci.

Anche l’anarchismo riscoprì le grandi figure come Emma Goldman col suo libro. “Anarchia, femminismo e altri saggi”, si riscoprì Louise Michel e si crearono gruppi come quello di Livorno, di Milano e di Firenze.

Ma la parte ancora più interessante di questo itinerario librario è indubbiamente quello dei documenti, di tutto questo materiale grigio autoprodotto e spesso stampato in tirature molte limitate, in occasione di una assemblea o di una manifestazione.

E’ del 1975 la rivista, numero unico, “Il pane e le rose” dove iniziava il distacco delle donne dai partiti della sinistra istituzionale; passiamo poi agli opuscoli autoprodotti come quelli del Gruppo Femminista per la Salute della Donna di Roma che aprì e gestì anche un consultorio autogestito molto frequentato in quegli anni. I suoi opuscoli sulle infezioni vaginali, sulla pillola e sui vari anticoncezionali sono state miniere di informazioni per noi giovani donne di allora, che nulla sapevamo e che nulla ci era dato conoscere.

Scoprimmo la realtà sommersa e più che sommersa delle lesbiche, che iniziarono a pubblicare il CLI, Coordinamento Lesbiche Italiane che aveva una notevole diffusione in tutta Italia e non solo.

Il Bollettino Donne Libertarie è del 1977, e ci furono anche materiali autoprodotti da Mestre, da S.Giorgio di Nogaro, da Firenze, da Livorno del 1981.

I materiali che provengono da Roma mostrano l’occupazione del Policlinico, avvenuta nel 1978 del Reparto di Ginecologia e Ostetricia  per focalizzare l’attenzione sui tanti obiettori esistenti (la legge era in vigore già da un anno), in pratica su 180 medici solo 20 non erano obiettori!

E poi, infine ma non per importanza…..non possiamo dimenticare uno dei primi documenti contro lo stupro cioè: “La politica dello stupro” del 1976, il testo “Le violentate” del 1977 e il primo manuale in cui si auspicava per le donne la pratica dell’autodifesa: “Giù le mani” di Vukovic-Row del 1977. Fu pubblicato (ed è in questa mostra) un album sulle violenze del 1976. Questa è una piaga molto dolorosa che non abbiamo ancora sconfitto e che richiederebbe un’analisi approfondita, e questa non è certo la sede adatta.

La violenza è ancora, purtroppo, uno spettro che accompagna le donne fin dalla nascita e che, in questi ultimi anni, ha visto aumentare i casi di femminicidio. Molti sono i fattori scatenanti, uno dei tanti la mancanza della cultura dell’accettazione, che consiste nel non sentirsi sempre detentori di verità e possessori della figura femminile etc. Un doloroso percorso di sangue e di sopraffazione sovrasta tutte le donne perché, come un tempo nelle piazze si gridava: “Per ogni donna uccisa / per ogni donna stuprata / per ogni donna offesa/ siamo tutte parte lesa”.

Una mostra imperdibile per riscoprire il valore la vivacità e l’innovazione che caratterizzarono quegli anni.

Hanno collaborato alla realizzazione Gabriella Gianfelici dell’Ass.ne Culturale “Exosphere”di Reggio Emilia e la Biblioteca Circolante Autogestita.

La mostra sarà aperta tutta dal Lunedì al Venerdì dalle 17 alle 19

INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA: Reggio Emilia 8 marzo 2021

Non Una di Meno Reggio Emilia

Circolo Anarchico “C. Berneri” di  Reggio Emilia

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SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALISTA CONTRO LA STRETTA AUTORITARIA GLOBALE!

SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALISTA CONTRO LA STRETTA AUTORITARIA GLOBALE!

La pandemia globale e le sue conseguenze gravano ovunque sugli sfruttati e le sfruttate, la parte della popolazione mondiale più colpita e allo stesso tempo quella più impegnata nel proteggere la salute di tutti.
Subiamo il drastico peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro di centinaia di milioni di persone nel mondo. L’accaparramento di risorse naturali continua e beni essenziali come terra e acqua sono sempre più concentrati nelle mani di grandi proprietari. Poche grandi compagnie di diversi settori come e-commerce, tecnologia, media, industria farmaceutica, grande distribuzione e industria delle armi hanno prosperato durante la pandemia, guadagnando centinaia di miliardi di dollari. Il sistema statale e capitalista sta ora mostrando più chiaramente le proprie falle e contraddizioni. L’accelerazione dei processi autoritari in atto a livello globale punta a difendere il potere, il privilegio e il profitto delle classi dominanti.
In molti paesi del mondo cresce la spesa bellica, le tensioni militari tra gli stati aumentano, accompagnate dalla propaganda nazionalista. Molti governi stanno rafforzando il proprio apparato di sicurezza sia esercitando maggiore controllo e repressione sulla popolazione sia estendendo i poteri dei corpi di polizia. Intanto la popolazione segregata, nella striscia di Gaza come nei ghetti delle metropoli, a Lesvos e nei campi di detenzione per migranti come nelle carceri di tutto il mondo, vive questa crisi in condizioni di totale deprivazione.
Spesso le misure per prevenire la diffusione del coronavirus vengono utilizzate dai governi per colpire le proteste sociali. Ma in ogni angolo del mondo ci sono forme di resistenza, movimenti di lotta che in alcuni casi non solo si oppongono ai processi autoritari in atto, ma provano a far nascere un’alternativa. Siamo con coloro che si sollevano contro il razzismo e la polizia negli USA, contro le squadre speciali della polizia in Nigeria, contro un nuovo stato di polizia in Francia. Contro il regime neofascista di Bolsonaro in Brasile. Siamo con chi lotta per la libertà e l’uguaglianza contro la dittatura in Turchia così come contro i regimi autoritari in Tailandia e in Indonesia.

A fianco dei compagni e delle compagne che continueranno la lotta di Emilia Milén Herrera, anarchica e mapuche, uccisa con due colpi di pistola alla testa da sicari per l’occupazione di uno spazio. Con chi si rivolta in Cile contro lo Stato militarista neoliberale e la violenza genocida utilizzata per reprimere la popolazione Mapuche.

A fianco delle compagne e dei compagni greci che affrontano quotidianamente la repressione statale, continuando a difendere gli spazi sociali e a costruire alternative alla soffocante condizione sociale di tutti e tutte.

A fianco dei compagni bielorussi ancora rinchiusi in carcere e alle migliaia di persone che per aver cercato di costruire percorsi di libertà ed autonomia in Bielorussia sono state costrette all’esilio forzato, dopo aver subito le torture della polizia di Lukashenko.

A fianco dei compagni e delle compagne che stanno difendendo, nonostante la forte repressione, lo spazio autogestito Metelkova dalle politiche securitarie governative slovene, che già hanno colpito l’importante spazio Rog.
fianco di chi, in tutto il mondo, a partire dalla Polonia e dall’Argentina, lotta per riaffermare percorsi di liberazione ed autonomia femminile e LGBTQ+.

Il movimento anarchico è parte attiva di queste lotte. In varie aree del mondo le anarchiche e gli anarchici sono impegnati quotidianamente, difendendo spazi di libertà, sostenendo lavorator* in sciopero, costruendo reti solidali per far fronte all’impoverimento, alla violenza di genere, all’inaccessibilità dei dispositivi di protezione e dei trattamenti medici.
Ora più che mai è urgente valorizzare la dimensione internazionalista dell’anarchismo, per far fronte ai processi autoritari in atto, per rilanciare una prospettiva rivoluzionaria in un mondo che lo Stato e il capitalismo hanno portato al collasso. Per un mondo senza frontiere, di libere ed uguali.

FEDERAZIONE ANARCHICA REGGIANA-FAI
Via Don Minzoni 1/d – Reggio Emilia
FB: Archivio Libreria della FAI Reggiana

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CASSA DI SOLIDARIETA’ LIBERTARIA: FACCIAMO IL PUNTO!

CASSA DI SOLIDARIETA’ LIBERTARIA REGGIO EMILIA

Con questa circolare prendiamo in esame il lavoro realizzato dal 15
Dicembre 2020 al 15 Febbraio 2021.
Prima di passare ai numeri, dobbiamo dire che è cresciuto “il senso
della solidarietà” in tutte e tutti noi, ma anche in una parte di
persone che si sono attivate, al di fuori dell’Area Libertaria,
permettendoci di consolidare un intervento settimanale continuativo sia
nel sostegno solidale che nelle relazioni umane e sociali.
Per i prossimi mesi sarà decisivo per allargare l’azione della Cassa la
costituzione di molti punti solidali (anche fuori dalla Provincia di
Reggio Emilia) per mantenere questo importante lavoro mutualistico.
In questi due mesi abbiamo distribuito 118 pacchi alimentari alle
famiglie, 60 alla Scuola per stranieri “Passaparola” e 59 ai ragazzi
migranti del centro storico, per un totale di 237 pacchi alimentari
composti da: pasta o riso, fagioli, tonno, pomodoro, farina e merendine
per i più piccoli.
Abbiamo anche fornito una sessantina di grandi borse di abbigliamento
che hanno interessato oltre 130 persone fra bambini e adulti.
All’interno del progetto della Cassa di Solidarietà Libertaria, vi è
anche un intervento trimestrale a favore di realtà autogestite, spazi
libertari e situazioni di lotta. In questo trimestre sono stati dati
300€ a sostegno di un gruppo musicale libertario.

Vogliamo ricordare ancora una volta i compiti della Cassa di Solidarietà
Libertaria:
– Sostegno sociale tramite assistenza personale, commissioni e alcuni
servizi sanitari
– Distribuzione di generi alimentari, indumenti ed eventuali prodotti di
prima necessità
– Supporto a situazioni artistiche di segno libertario
– Appoggio alle realtà antiautoritarie a livello internazionale

Riteniamo importante ringraziare, oltre alle situazioni libertarie
reggiane, i compagni imolesi per la fornitura di pasta e pomodoro, gli
amici di Brescia per la donazione di mascherine, il Barone Rosso di
Sarzana per i rifornimenti alimentari, i Librai delle Cucine del Popolo
per i loro contributi.
Infine, un grazie a tutte e tutti voi (siete veramente tante e tanti!)
che sostenete in vari modi il nostro lavoro solidale.

COSTRUIAMO INSIEME UNA GRANDE RETE SOLIDALE!
Il punto di raccolta, per chi volesse portare contributi di vario genere
rimane il Circolo Berneri in Via Don Minzoni 1/d a Reggio Emilia, tutti
i giorni dal Lunedì al Sabato dalle 17 alle 19.

Puoi sostenere la Cassa di Solidarietà Libertaria di Reggio Emilia
attraverso il conto PAYPAL:
Cassa di Solidarietà Libertaria (Re)

O in alternativa inviando una e-mail all’indirizzo fa_re@inventati.org
indicando l’importo che si vuole donare seguito dalla causale
solidarietà libertaria e saremo noi a inoltrarti tramite e-mail la
richiesta di donazione.

Per info e contatti: Fillo 340 7693229 – Gianandrea 347 3729676
CASSA DI SOLIDARIETA’ LIBERTARIA REGGIO EMILIA

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RICORDANDO ENRICO ZAMBONINI

RICORDANDO ENRICO ZAMBONINI
Il 30 gennaio 2021 ricorre il 77° anniversario dell’assassinio di Enrico Zambonini. Anche quest’anno non potevamo esimerci dal ricordare questa splendida figura tra i protagonisti dell’antifascismo anarchico del Novecento. Un percorso straordinario, quello di Zambonini, iniziato a Secchio di Villa Minozzo (RE) e sviluppatosi nelle lotte antifasciste e libertarie tra Francia, Belgio e Spagna per poi fare ritorno in Italia.
Avvicinatosi all’anarchismo agli inizi del 1919 diventa presto un punto di riferimento, tramite la sua militanza con l’Unione Sindacale Italiana, per la zona di Genova dove era emigrato agli inizi del secolo. Spesso torna a Villa Minozzo ma a causa della sua propaganda anarchica nel 1922 viene aggredito dai fascisti. Costretto all’esilio in Francia continua la sua militanza politica spostandosi di frequente anche in Belgio dove l’antifascismo libertario ha una buona presenza. Nel 1935 si traferisce in Spagna e l’anno successivo è fra i primi aderenti alla Colonna italiana “Ascaso” CNT-FAI, partecipando ai combattimenti di Huesca e Almudévar. Nel maggio 1937 è presente a Barcellona dove si registrano gli scontri fra comunisti e anarchici per il controllo della centrale telefonica, rimanendo gravemente ferito al volto.
Torna in Francia, ma viene consegnato alla polizia italiana che lo manda al confino di Ventotene. Nell’agosto del 1943 come tutti gli anarchici, a differenza degli altri antifascisti, non viene liberato ma inviato nel campo di concentramento di Renicci d’Anghiari (AR). Liberato il 4 dicembre del 1943, dopo un lungo viaggio, ritorna nelle montagne reggiane entrando nella Resistenza con un ruolo di primo piano. Dopo uno scontro fra partigiani e fascisti viene arrestato e dopo un processo sommario fucilato, insieme a Don Pasquino Borghi e ad altri 7 partigiani.
I compagni anarchici e libertari della montagna ricorderanno Enrico Zambonini, con un presidio davanti alla targa in piazza a Villa Minozzo, sabato 30 gennaio 2021.
Enrico Zambonini non sarà che la prima grande figura dell’antifascismo libertario reggiano che ricorderemo quest’anno. Infatti nel corso del 2021, a distanza di un secolo dal loro assassinio da parte dello squadrismo fascista, promuoveremo diverse iniziative: a Cavriago, sabato 1 maggio, per Primo Francescotti e domenica 9 maggio a Luzzara per Riccardo Siliprandi.
AREA LIBERTARIA
UNIONE SINDACALE ITALIANA – CIT REGGIO EMILIA
fb: Usi-Cit Reggio Emilia
FEDERAZIONE ANARCHICA REGGIANA – FAI
fb: Archivio Libreria della FAI Reggiana
c/o Circolo Berneri
Via Don Minzoni 1/d –Reggio Emilia
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I DIMENTICATI CHE NON DIMENTICHIAMO

I DIMENTICATI CHE NON DIMENTICHIAMO
Mercoledì 27 gennaio 2021
Quest’anno non organizzeremo nessuna manifestazione pubblica in occasione della Giornata della Memoria, ma ci impegneremo in un’iniziativa per diffondere la nostra proposta solidale. Vale a dire un intervento in vari ambienti, una raccolta di fondi e una distribuzione di pacchi alimentari e buste di abbigliamento. Vogliamo però ricordare anche le manifestazioni che abbiamo promosso nel recente passato per i dimenticati che non abbiamo mai dimenticato per davvero. Nel 2015 abbiamo ricordato lo sterminio nazista degli anarchici, socialisti, comunisti e dei sinti e rom; nel 2016 quello della comunità LGBTQ+, sex workers e dei cosiddetti “asociali”. Nel 2017 la Resistenza ebraica nell’Europa Orientale; nel 2018 donne, ribelli e rivoluzionarie contro il nazifascismo; nel 2019 dalle Leggi Razziali al Decreto Salvini; nel 2020 abbiamo voluto sottolineare, a cinquantun anni dalla Strategia della tensione, la strage di piazza Fontana e l’assassinio di Giuseppe Pinelli. D’altronde il nostro approccio alla memoria si ricollega sempre a una visione libertaria della storia militante, a prescindere dalle invenzioni pseudo-riparatrici allestite dalle istituzioni per ricoprire le loro responsabilità, sia del passato che del presente. La nostra costante denuncia delle diverse forme di oppressione, violenza, discriminazioni e autoritarismo parte sempre da una critica ai poteri nelle loro varie sfumature. Non riguardano soltanto il regime nazifascista, e di riflesso quello stalinista, ma anche le cosiddette democrazie liberali che, tanto per fare un esempio storico, hanno continuato a fare affari con i regimi totalitari fino alla fine della Seconda guerra mondiale. Non solo: per venire ai giorni correnti, si può osservare come la “nostra” democrazia si sia mantenuta negli ultimi cinquant’anni con innumerevoli stragi, volte a colpire i movimenti emancipativi per fermare le lotte sociali tese al cambiamento. Se poi volessimo affrontare la pandemia odierna dobbiamo rilevare come questo governo, e con esso quelli precedenti, abbia tutelato esclusivamente gli interessi dei vari potentati (economici-politici-finanziari) a discapito della collettività e dei ceti meno abbienti. Detto in altri termini: mancanza di un piano pandemico nazionale, distruzione della sanità pubblica e della medicina di base, autoritarismo diffuso, finanziamenti alle grandi imprese e miserie a lavoratori e artigiani. Per cercare di contrastare tutto questo è necessario mettere in campo una resistenza con delle lotte radicali che riducano drasticamente le disuguaglianze sociali. Servono anche nuovi comportamenti umanitari e solidali capaci di incidere in questa situazione difficile per costruire nuove relazioni e situazioni. Con la nostra solidarietà resistente stiamo mettendo in atto una pratica ben diversa da quella caritatevole da sempre funzionale a ogni potere. Una solidarietà vera, che parte dal basso per rimanere al basso, con un indirizzo di classe in una prospettiva internazionalista. Una solidarietà libertaria per una società antiautoritaria.
Dedichiamo la Giornata della Memoria a sostegno della Cassa di Solidarietà Libertaria.
Che ognuna e ognuno faccia la sua parte a favore delle ultime e degli ultimi!
AREA LIBERTARIA
USI-CIT REGGIO EMILIA
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FEDERAZIONE ANARCHICA REGGIANA – FAI
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c/o Circolo Berneri
Via Don Minzoni 1/d –Reggio Emilia
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SPESA SOLIDALE

La raccolta solidale continua! Porta una spesa solidale al Circolo Berneri di Reggio Emilia!
Sostieni la Cassa di Solidarietà Libertaria con un piccolo gesto quotidiano!

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NATALE DELL’UTOPISTA 2020

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CONTA SU DI NOI, NOI CONTIAMO SU DI TE La Cassa di Solidarietà Libertaria di Reggio Emilia non si ferma!

CONTA SU DI NOI, NOI CONTIAMO SU DI TE
La Cassa di Solidarietà Libertaria di Reggio Emilia non si ferma!

Nonostante gli accorati appelli all’ottimismo, la retorica sull’eroismo degli operatori sanitari e le rassicurazioni sui preparativi in atto per fronteggiare un’eventuale seconda pandemia, sono bastati i primi freddi autunnali per far riemergere le stesse identiche problematiche dei tragici mesi del lockdown.
Ancora una volta Governi e padroni hanno dimostrato di voler sacrificare la nostra salute a favore dei profitti, incrementando la militarizzazione e l’autoritarismo, questa volta nascosti sotto la retorica del patriottismo e della responsabilità individuale. Dimenticando, però, che negli ultimi dieci anni hanno costantemente aumentato le spese per il settore militare (solo nel 2020 del 6,4% raggiungendo i 26,3miliardi annui, l’equivalente di 71milioni di euro al giorno), mentre nello stesso arco di tempo tutti i Governi del presente e del passato hanno tagliato 37miliardi alla sanità pubblica.

La Cassa di Solidarietà Libertaria di Reggio Emilia continua la propria iniziativa attraverso un progetto mutualistico autogestito per sostenere chi vedrà nei prossimi mesi un aggravio della sua situazione economica e sociale.

Facciamo appello a tutte le compagne e a tutti i compagni affinché si attivino, come sempre hanno fatto, per sostenere questa importante iniziativa a sostegno degli ultimi.
La Cassa di Solidarietà Libertaria di Reggio Emilia organizza:

–    Sostegno sociale tramite assistenza personale, commissioni e alcuni servizi sanitari
–    Distribuzione di generi alimentari, indumenti ed eventuali altri prodotti di prima necessità
–    Piccoli contributi economici ai compagni dell’Area Libertaria in difficoltà

In vista delle feste natalizie, la Cassa di Solidarietà Libertaria di Reggio Emilia propone anche un PACCO DONO al prezzo politico di 10€ contenente un libro, una maglietta e un’agenda. Il ricavato verrà interamente devoluto al progetto solidale.

Chiediamo, infine, un forte impegno nelle sottoscrizioni mensili per rendere praticabile una solidarietà dal basso, libertaria e di classe, al di fuori di qualunque logica istituzionale.

Il punto di raccolta, per chi volesse portare contributi di vario genere, e di distribuzione rimane il Circolo Berneri in Via Don Minzoni 1/d a Reggio Emilia, tutti i giorni dal Lunedì al Sabato dalle 17 alle 19.

Puoi sostenere la Cassa di Solidarietà Libertaria di Reggio Emilia attraverso il conto PAYPAL:
Cassa di Solidarietà Libertaria (Re)

O in alternativa inviando una e-mail all’indirizzo fa_re@inventati.org indicando l’importo che si vuole donare seguito dalla causale solidarietà libertaria e saremo noi a inoltrarti tramite e-mail la richiesta di donazione.

CASSA DI SOLIDARIETA’ LIBERTARIA REGGIO EMILIA
c/o Circolo Camillo Berneri Via Don Minzoni 1/d – Reggio Emilia

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UNA QUERCIA ROSSA PER GIUSEPPE PINELLI

UNA QUERCIA ROSSA PER GIUSEPPE PINELLI

A 51 anni dall’assassinio di Giuseppe Pinelli, la Federazione Anarchica Reggiana – FAI intende donare alla città un albero a lui dedicato per tramandarne la memoria anche alle generazioni future. Come è già avvenuto a Milano l’anno passato alla presenza del sindaco della città e delle figlie Silvia e Claudia e in accordo con la moglie del ferroviere Licia Rognini, vorremmo mettere a dimora una Quercia Rossa in un luogo significativo della nostra città. Nel capoluogo lombardo è stata apposta una targa che recita: “Albero dedicato a Giuseppe Pinelli, ferroviere, anarchico, partigiano, 18esima vittima di Piazza Fontana, a 50 anni dalla sua tragica morte in suo ricordo nel quartiere in cui abitò”. Il progetto intende mettere a dimora questo splendido albero all’interno dei Giardini Pubblici (Parco del Popolo).
La Federazione Anarchica Reggiana si è sempre impegnata, fin dal lontano dicembre 1969, denunciando la Strategia della tensione che causò la strage di Piazza Fontana, l’assassinio di Giuseppe Pinelli e non solo. E oggi come allora si impegna a lottare contro ogni potere, per una società basata sulla giustizia sociale ed in equilibrio con l’ambiente che ci circonda.

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UMANITA’ NOVA

Ricordiamo a tutti e a tutte che Umanità Nova è in vendita in tutte le edicole del centro storico di Reggio Emilia!

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