NE’ DIO NE’ PATRIA NE’ FAMIGLIA, PER LA LIBERA UNIONE!

Questo governo è salito al potere col “programma” tipico della destra mondiale, dio patria e famiglia. I governi precedenti, pur non dichiarandolo esplicitamente, non erano tanto diversi. Asserviti alla chiesa su ogni minima questione etica, fautori di guerre e commercio di armi, e nel pieno solco della tradizione nelle politiche familiari.
Rifiutiamo dio perché tutte le religioni dividono, allontanano, giudicano, controllano.
Rifiutiamo la patria perché è il nome che lo stato assume quando si prepara ad ammazzare, a fare guerre, a vendere armi, a pagare assassini in divisa libica per organizzare lager in cui rinchiudere i migranti causati dalle guerre che essa stessa ha scatenato.
Per la famiglia le cose sono più complesse. Rifiutiamo la famiglia perché non è solo la fondamento di tutte le società organizzate su basi cis-etero-patriarcali, ma è anche la cellula su cui si fonda lo stato ed è la base di riproduzione della forza lavoro che alimenta il capitalismo. Sembra che la società non sia composta da altre entità. Qualsiasi discorso istituzionale sul carovita o sulla povertà ripete il mantra del “sostegno alle famiglie”, quello che è rimasto delle politiche abitative o di welfare viene erogato su base familiare, e l’elenco sarebbe ancora lungo. Anche tante realtà di base rivendicano lo status famigliare come un obiettivo irrinunciabile.
Crediamo che voler estendere lo status legale della famiglia perché comprenda tutte le unioni non-etero, pur se comprensibile nell’ottica di un’agognata eguaglianza di diritti, risenta di un equivoco di fondo. Equivoco che consiste nell’accettare implicitamente la pretesa dello stato e della società patriarcale che una persona goda di pieni diritti solo se inserita in una struttura sociale accettata, normata, controllata dallo stato e dalla società stessi.
Pensiamo che i diritti, per essere tali, non possono che essere universali, in capo a ogni singola persona, a prescindere che viva da sola, con o senza figl*, in una unione civile, un matrimonio o in qualsiasi altra forma venga in mente.
Per questo pensiamo che l’obiettivo minimo di una lotta per conquistare dei diritti, debba essere quello di ottenerli per tutt*, su base individuale, perché ogni singola persona possa stabilire e vivere relazioni di qualsiasi tipo in completa libertà, fuori da condizionamenti e creando nello stesso tempo basi nuove per una società nuova.

ALTERNATIVA LIBERTARIA Reggio Emilia  – DONNE LIBERTARIE – FEDERAZIONE ANARCHICA REGGIANA – FAI

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CONGRESSO IFA 7-10 APRILE 2023 – MASSENZATICO

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PROIEZIONE 12/12 PIAZZA FONTANA

La Federazione Anarchica Reggiana, fin dal lontano dicembre 1969, è impegnata a denunciare la strategia della tensione che culminò con la strage di Piazza Fontana e con l’assassinio di Giuseppe Pinelli e a mantenere viva la memoria.
Per lasciare tracce di questa memoria anche sul nostro territorio nel 2021 mettemmo a dimora piazza Duca d’Aosta a Reggio Emilia una quercia rossa.

Sabato 10 dicembre 2022 alle ore 18.00 presso il Circolo Berneri, via Don Minzoni 1/d a Reggio Emilia, presentiamo un nuovo documentario intitolato “12/12” di Matteo Benatti e Maurizio Scarcella. Nell’occasione intervengono Francesco Fricche del gruppo Bakunin di Roma (FAI) e Roberto Gargamelli, testimone dei fatti, accusato e arrestato ingiustamente insieme a Valpreda.
L’iniziativa è gratuita e aperta agli e alle interessat@.

A seguire cena conviviale.

Oggi come allora la Federazione Anarchica Reggiana si impegna a lottare contro ogni potere, per una società basata sulla giustizia sociale ed in equilibrio con l’ambiente che ci circonda, senza Stato né dominio.

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GUERRA IN UCRAINA E OPPOSIZIONE ANTIMILITARISTA

GUERRA IN UCRAINA E OPPOSIZIONE ANTIMILITARISTA
con Yurii Colombo e Federico Ferretti
VENERDI’ 7 OTTOBRE 2022 ORE 21 Circolo Berneri Via Don Minzoni 1/d –
Reggio Emilia
L’Assemblea Antimilitarista di Reggio Emilia propone questo dibattito davanti al perdurare della guerra in Ucraina e il moltiplicarsi dei
conflitti che fanno sì che la guerra faccia ormai parte della nostra quotidianità. La guerra porta con sé la distruzione, la morte, la militarizzazione e la devastazione sociale e ambientale. La guerra da sempre la fanno i potenti (leggi oligarchi) e la subiscono i lavoratori e le lavoratrici. L’Assemblea Antimilitarista di Reggio Emilia ritiene
importante una riflessione che punti al ritiro delle missioni militari all’estero, alla riconversione dell’industria bellica, all’abolizione delle spese militari e alla diserzione da tutte le guerre.
Approfondiremo tutto questo con Yurii Colombo e Federico Ferretti.
YURII COLOMBO
Vive a Mosca da molti anni. Laureato in Scienze Politiche a Milano, in
Storia e letteratura russa a San Pietroburgo e di madrelingua russa. Ha
scritto per alcuni anni per Il Manifesto, Il Fatto Quotidiano, Left e
Jacobin (USA). Collabora regolarmente con la televisione della Svizzera
italiana. Tra i suoi libri più recenti: “L’Ucraina tra la Russia e la
NATO” (Castelvecchi) e il recentissimo “Il fronte della pace, voci russe
e ucraine contro l’invasione” (Castelvecchi).
FEDERICO FERRETTI
Insegna all’Università di Bologna. Ha avuto esperienze di insegnamento e
di ricerca in Svizzera, Francia, Brasile e Irlanda e si occupa di
geografie anarchiche. Pubblica nelle maggiori riviste internazionali nel
campo delle geografie radicali, femministe e critiche. Tra i suoi libri
in lingua italiana: “Il Mondo senza la Mappa” e “Anarchici ed Editori”.
Assemblea Antimilitarista di Reggio Emilia
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CONTRO LE POLITICHE DELLO STATO TURCO AL FIANCO DELLA POPOLAZIONE COLPITA

Negli ultimi mesi l’attenzione e del mondo occidentale è stata tutta rivolta all’invasione russa dell’Ucraina ed al suo portato di morte e distruzione, e ha distolto l’attenzione su quanto sta succedendo nel resto del mondo. Nuove potenze regionali ne stanno approfittando per ampliare le proprie sfere di dominio o colpire duramente l’opposizione sociale nel proprio paese. Da aprile 2022, come avvenuto altre volte negli ultimi trent’anni, le forze militari dello stato turco sono entrate nel nord Iraq, con il sostegno del governo regionale del Kurdistan (KRG) e dei partiti politici che fanno parte del governo regionale, e hanno lanciato un attacco militare contro le organizzazioni politiche di
opposizione e i movimenti sociali radicali. Gli attacchi militari, solitamente via terra, da aprile hanno visto l’intensificarsi dell’impiego di aerei e droni che hanno colpito basi, depositi, ucciso persone e devastato villaggi.

Nel frattempo, da aprile ad oggi, è continuata la resistenza degli oppressi e delle oppresse e dei libertari contro questi attacchi militari del governo turco. La resistenza ha assunto diverse forme, tra cui marce popolari per la pace e contro la guerra, proteste e attacchi contro le basi militari delle forze turche all’interno del Kurdistan, campagne di boicottaggio delle merci turche, blocco dei siti di produzione e attacchi contro le aziende turche.
La resistenza rappresenta una netta opposizione di classe alle mire imperialistiche dello stato turco, alla volontà di annientare forme sociali avanzate che si presentano quale minaccia al clericalismo islamista del governo Erdogan e alle logiche patriarcali da sempre presenti nell’area. L’esercito turco è la seconda potenza militare nella NATO, storico braccio degli Stati Uniti nell’area. Ha sostenuto l’ISIS contro le forze rivoluzionare del Rojava e da decenni intraprende una lotta sanguinosissima contro le minoranze culturali curde e armene, contro i/le dissidenti politici e le forze di sinistra. Ora si sta ponendo come potenza mediatrice della guerra in Ucraina e come interlocutrice necessaria per i governi occidentali. Ha ottenuto l’appoggio di Svezia e Finlandia alle politiche repressive contro la minoranza curda, barattate con l’ingresso dei due stati nella NATO. Draghi è andato ossequiosamente in Turchia non più tardi di due settimane fa per coordinare le forze di polizia per il blocco e il rimpatrio forzoso dei migranti, per l’approvvigionamento di risorse energetiche e il sostegno del governo turco sulla scena Ucraina.
Le guerre sono combattute per gli interessi e i privilegi degli oppressori e degli sfruttatori, che siano in Ucraina, in Yemen, in Siria o nord Iraq. Nel mondo attualmente si stanno combattendo decine di guerre, con il loro carico di morti, distruzione, stupri, saccheggi ed esodi di massa. Negli ultimi quindici anni la crisi del sistema di egemonia mondiale fondato sulla globalizzazione ha prodotto una tendenza mondiale all’autoritarismo e alla militarizzazione. L’anarchismo sociale rompe le attuali logiche imperiali, capitaliste,
nazionaliste e autoritarie, respinge le divisioni imposte dai confini, e il concetto dell’integrità o della “difesa” territoriale di uno Stato o di una qualunque entità che aspira ad esserlo, contro tutte le politiche nazionaliste o micronazionaliste. Qualsiasi cosa voglia dire la parola “nazione”, essa nasconde la divisione tra sfruttat* e sfruttatori, tra oppress* e oppressori.
Ribadiamo la nostra condanna irrevocabile e senza ambiguità del regime di Erdogan e della sua criminale invasione del Rojava ed ora del nord dell’Iraq, nonché della sua feroce repressione del dissenso interno.
Per un antimilitarismo internazionalista e rivoluzionario, concretamente radicato
nelle lotte sociali, nelle reti di solidarietà, per creare vie d’uscita collettive e
libertarie al vortice di guerra in cui ci gettano gli Stati e il capitalismo mondiale.

Federazione Anarchica Reggiana FAI
via don Minzoni 1/d Reggio Emilia

FB: Archivio Libreria della FAI Reggiana

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SCIOPERO GENERALE E SOCIALE CONTRO LA GUERRA

20 MAGGIO 2022

SCIOPERO GENERALE E SOCIALE CONTRO LA GUERRA L’ECONOMIA E IL GOVERNO DI GUERRA

Manifestazione con corteo promosso dai Sindacati di Base e Conflittuali – Comitato provinciale per lo sciopero generale e sociale contro la guerra di Reggio Emilia

Venerdì 20 maggio 2022

Ore 10 Porta Santa Croce Via Roma (RE)

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CONTRO IL MILITARISMO DI IERI E DI OGGI

SABATO 26 FEBBRAIO 2022
CONTRO IL MILITARISMO DI IERI E DI OGGI
Contro tutte le guerre Contro tutti gli eserciti
Ricordando Aristide, Mario e Fermo
Presidio Antimilitarista davanti al Teatro Ariosto, Piazza della Vittoria (RE)
Sabato 26 febbraio alle ore 15.30, come antimilitaristi e antimilitariste, saremo in piazza per ricordare alcuni giovani assassinati 107 anni fa per impedire la follia della guerra. Sono passati infatti 107 anni dalla morte di Fermo Angioletti, Mario Baricchi e Aristide Incerti Rinaldi e dalle manifestazioni che, anche a Reggio Emilia, tentavano di fermare i motori di una guerra che l’Italia si apprestava a dichiarare. Giovani socialisti, sindacalisti, anarchici e repubblicani furono parte integrante di un movimento di opposizione popolare che intendeva sabotare l’entrata in guerra dell’Italia nel primo conflitto mondiale e che traeva forza anche dalle sollevazioni antimilitariste degli anni precedenti. La nostra provincia vide una vera e propria settimana di scontri e contestazioni all’inizio del 1915. Il 24 febbraio 1915 a Scandiano una manifestazione contro il carovita al grido di “pane, pace e lavoro” occupò parzialmente il municipio e dopo un intervento dei carabinieri venne ferito gravemente con un colpo di pistola l’operaio Aristide Incerti Rinaldi. Ricoverato all’Ospedale di Scandiano in gravissime condizioni morì un mese dopo. La sera del giorno successivo, il 25 febbraio 1915, al Teatro Ariosto durante le contestazioni per il comizio interventista di Cesare Battisti, durante una violenta carica dei carabinieri, vengono uccisi Mario Barilli e Fermo Angioletti. Queste vicende devono essere d’insegnamento a chi si oppone a tutte le guerre.
Soprattutto oggi, davanti al conflitto in Ucraina, ribadiamo il nostro totale rifiuto di tutti gli imperialismi (NATO, OTSC) e di tutte le guerre che vengono combattute sempre contro le lavoratrici e i lavoratori per garantire i profitti e il comando dei vari potentati economici, finanziari e statali.
Anche il nostro paese è coinvolto in questa guerra con le sue missioni militari. Per questo è necessario costruire movimenti antimilitaristi ed interenazionalisti capaci di opporsi alle guerre, alle spese militari e agli eserciti.
Per non dimenticare Aristide, Mario e Fermo.
Assemblea Antimilitarista Reggio Emilia 24/02/2022
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NO ALLA SCUOLA DEI PADRONI! ABOLIRE L’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

NO ALLA SCUOLA DEI PADRONI!

ABOLIRE L’ALTERNANZA SCUOLA LAVORO

La morte di Lorenzo, studente di un istituto professionale di Udine, durante l’alternanza scuola lavoro, rappresenta perfettamente l’attuale modello formativo, che antepone le esigenze dell’impresa alla sicurezza di chi lavora, student* o lavorat*attiv* che sia.

Una scuola che è concepita come preparatoria al lavoro e a questo finalizzata. Nessuna “educazione”, nessuna concessione a saperi realmente critici e formativi per la persona e la coscienza, ma solo “istruzione” per diventare bravi ingranaggi della macchina produttiva. Non importa se saranno impiegati nell’industria o nei servizi, i lavoratori e le lavoratrici di domani saranno output del sistema d’istruzione statale e input del sistema capitalistico. Ogni giorno capita che alcuni di questi input muoiano sul lavoro. Troppi. Anche uno solo sarebbe troppo.

Il sistema però non ne risente. Il sistema stato/capitale se ne frega di questi morti. Nemmeno se uno di loro è uno studente, un giovane delle superiori che è stato catapultato in una fabbrica per far vedere che sì, la scuola italiana prepara al mondo del lavoro, è utile. Utile a formare sudditi, non individui. Utile a sfornare persone da sfruttare. Utile a marcare fin dalle superiori quei confini di classe che dividono i figli di banchieri, avvocati e industriali (che difficilmente andranno a rischiare la pelle in fabbrica o in cantiere) da quelli di operai e impiegati.

Né dal governo dei banchieri, né da quelli che lo hanno preceduto è stata data risposta alle rivendicazioni di student* e personale della scuola, che da anni chiedono edifici scolastici sicuri e vivibili, aumento degli organici, salari adeguati, investimenti per il sostegno allo studio e programmi di studio che siano fonte di sapere critico ed emancipazione sociale, non il contrario.

Non ci serve una scuola che istruisca all’obbedienza e renda assuefatti alle ingiustizie e alle iniquità sociali, quella serve allo stato e ai padroni.

Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà a* student* e personale della scuola in questi giorni in prima fila per chiedere l’abolizione dell’alternanza scuola lavoro e l’introduzione di un processo educativo che abbia al centro la persona e non le aziende.

FEDERAZIONE ANARCHICA REGGIANA – FAI

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BREVI CONSIDERAZIONI SU “APPELLO CONTRO IL REVISIONISMO DELLA STORIA E SUE CONSEGUENZE”

Care compagne e cari compagni,

abbiamo letto con grande interesse il vostro appello e vorremmo proporvi alcune riflessioni. Al di là di quanto scritto su revisionismo e riappacificazione, sui quali in linea generale possiamo essere d’accordo, anche se sarebbe necessario fare ulteriori approfondimenti, l’appello contiene elementi che vogliamo evidenziare.

Prima di entrare nel merito, è necessario fare una premessa: il nostro movimento ha sempre combattuto il fascismo, sul nascere e per tutto il ventennio (Biennio Rosso, Arditi del Popolo, lungo esilio antifascista, attentati al Duce, Rivoluzione Spagnola, bande autonome partigiane e Resistenza organizzata). Ha altresì contrastato nel Dopoguerra l’autoritarismo democristiano che, spesso, si è avvalso della collaborazione della Sinistra Storica; quest’ultima, è bene non dimenticarlo, ha sostenuto Badoglio e la Monarchia, ha concesso l’amnistia ai fascisti (Togliatti) e ha sottoscritto l’articolo 7 del Concordato che conferiva l’adesione della Repubblica ai Patti Lateranensi firmati da Mussolini.

Tuttora continuiamo ad opporci a tutte le manifestazioni autoritarie, fasciste e razziste proponendo, come elemento distintivo l’antifascismo militante, inteso anche e soprattutto come un’opposizione quotidiana a tutti gli autoritarismi.

Detto questo, ci permettiamo di segnalare quanto segue.

Per quanto riguarda il passaggio in cui scrivete che accogliete favorevolmente le proposte dei parlamentari di mettere fuori legge i partiti neofascisti come sancisce la Costituzione, riteniamo che sia molto difficile, per quanto non impossibile, che lo Stato metta al bando uno strumento più volte utilizzato per i suoi fini; ma anche qualora accadesse, come nel caso di Avanguardia Nazionale e Ordine Nuovo negli anni ’70, questi si ricostituirebbero immediatamente con altro nome. Inoltre, la richiesta di messa al bando (o il sostegno a questo tipo di proposta promossa dai partiti) è alquanto pericolosa per tutti i movimenti della sinistra extraparlamentare. Non a caso da parte di personaggi reazionari di spicco oggi nel Governo, alla proposta della messa fuori legge dei movimenti fascisti e nazisti, si sono levati gli scudi con la proposta di allargare la messa al bando anche ai raggruppamenti extraparlamentari di sinistra, a quelli che il fascismo lo hanno sempre combattuto.

Nel vostro appello sono anche presenti sottili richiami alla democrazia, “nata dalla Resistenza”, senza tenere conto che questa democrazia si è costruita in continuità con il fascismo (mancata epurazione, criminalizzazione dei partigiani, ricostruzione del comando capitalistico-statale). Inoltre, con l’insediamento stabile delle truppe americane nel nostro paese l’Italia divenne un paese a sovranità limitata. Questo spiega come la democrazia abbia permesso, favorito e coperto gli eccidi delle lavoratrici e dei lavoratori nel Dopoguerra, gli svariati tentativi di golpe, le innumerevoli stragi di Stato e i 630 morti della Legge Reale. E l’elenco potrebbe continuare.

Allo stesso modo, i riferimenti alla Costituzione sembrano sottovalutare che la stessa (come tutte le Costituzioni statali) serve a garantire i poteri costituiti (proprietà, assetti istituzionali, difesa, ecc.) rispondenti agli interessi dei vari potentati economici, politici, militari contro eventuali insorgenze sociali. Qualsiasi interpretazione del dettato costituzionale viene sempre fatto dall’alto in funzione dell’ordine costituito. Facciamo un solo esempio: l’art.11 della Costituzione prevede che l’Italia ripudi la guerra, eppure, l’imperialismo tricolore, attualmente è impegnato in 40 missioni militari, di cui buona parte in Africa e spende 70 milioni di euro al giorno per le spese belliche.

E arriviamo alla Resistenza. Proprio perché gli anarchici l’hanno combattuta veramente assieme ad altre importanti formazioni partigiane della dissidenza comunista, riteniamo che sia stata una Rivoluzione mancata, in quanto non è riuscita a trasformare gli assetti societari in una direzione egualitaria e libertaria. Ciononostante, la Resistenza Rivoluzionaria, si è ben distinta, e per questo è stata boicottata, dalla Resistenza patriottica e tricolore dei partiti conservatori foraggiati dagli anglo-americani che hanno imposto il cosiddetto sistema democratico basato sullo sfruttamento e la repressione.

Ci permettiamo di ricordare che la Resistenza Libertaria, nella sua dimensione internazionale compresa la Rivoluzione Spagnola del 1936, si è svolta in modo indipendente nella misura in cui fu fatta anche contro i blocchi imperialistici, fuori dalle democrazie liberali (pesantemente colluse con il nazismo), contro tutti i totalitarismi incluso quello staliniano e in netta opposizione agli accordi russo-tedeschi del 1939 che si spartirono l’Europa.

Nell’appello sembrano, inoltre, trovare notevole importanza le forze politiche dell’arco parlamentare, dimenticando, forse, che già a fine degli anni ’90 fu Luciano Violante, esponente del Centrosinistra e allora Presidente della Camera, a proporre la riconciliazione con gli allora “ragazzi di Salò”, sdoganando il revisionismo storico e conferendogli una patina istituzionale. E qualche anno prima è stato il socialista Craxi, a capo anche del Governo, a legittimare il Movimento Sociale Italiano del fucilatore di partigiani, G. Almirante.

Sempre in quegli anni a Reggio Otello Montanari con il suo “chi sa parli” rimise in discussione la Resistenza e diede la possibilità alle forze reazionarie di aprire una vasta campagna nazionale tesa a delegittimare i partigiani, nonostante le proteste di molti di questi e degli stessi militanti comunisti. In quel periodo fummo tra i pochi a contrastare questa sbandata revisionista con una serie di articoli apparsi sulla “Gazzetta di Reggio” e sul nostro settimanale “Umanità Nova”, difendendo i valori autentici ed internazionalisti della Resistenza contro ogni rimozione storica tesa a sostenere nuove politiche compromissorie.

In conclusione, crediamo che più che gli appelli alle istituzioni serva un grande lavoro culturale, fatto dal basso, in prima persona, per costruire una cultura antiautoritaria e antifascista che sappia interpretare al meglio cos’è stato in sede storica il fascismo e che cosa possono rappresentare oggi le tendenze autoritarie nella società, al di là delle campagne revisioniste  che altro non sono che un’espressione delle derive dell’attuale momento storico e del trasformismo politico, a dir poco cronico, della sinistra italiana nel suo complesso.

Per noi l’antifascismo non è un valore general-generico, ma è un aspetto importante della lotta di classe e, più in generale, della battaglia per l’emancipazione sociale contro ogni potere e tutte le sue ideologie che, di volta in volta, possono essere pseudodemocratiche, nazionaliste, razziste, integraliste e, naturalmente, neofasciste.

Per questo le anarchiche e gli anarchici continueranno questo lavoro nettamente fuori dalle istituzioni con momenti di studio, di riflessione e mobilitazione per tenere alta non solo la bandiera dell’antifascismo, ma anche quella della libertà. Una di queste scadenze l’abbiamo realizzata proprio domenica 30 Gennaio 2022 alle Cucine del Popolo a Massenzatico dove abbiamo parlato del partigiano Enrico Zambonini, fucilato dai fascisti nel 1944 al poligono di Reggio Emilia e evidenziando il ruolo e la portata della Resistenza Libertaria combattuta senza patria, senza uniforme e senza medaglie.

Un prossimo appuntamento si terrà il 25 Aprile a Massenzatico con un Convegno di studi dedicato all’antifascismo rivoluzionario in Italia e in Europa.

Siamo comunque interessati e disponibili ad approfondire la discussione con voi per iniziare un confronto collettivo che possa portare ad ulteriori contributi all’antifascismo militante.

FEDERAZIONE ANARCHICA  REGGIANA – FAI

Reggio Emilia, 31 Gennaio 2022

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CONTRO IL GOVERNO DRAGHI, CONTRO L’ATTACCO CAPITALISTICO, CONTRO OGNI AUTORITARISMO

CONTRO IL GOVERNO DRAGHI, CONTRO L’ATTACCO CAPITALISTICO, CONTRO OGNI
AUTORITARISMO

Manifestazione cittadina sabato 29 gennaio 2022
Ritrovo alle 16.30 Porta San Pietro (RE)

Saremo in piazza come area libertaria per la difesa degli interessi
delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensioni, della sanita’, degli spazi sociali autogestiti, per l’abolizione delle spese militari, il blocco degli sfratti e dei licenziamenti, contro le nuove poverta’, le morti sul lavoro, il saccheggio capitalistico dei territori e tutte le discriminazioni sociali.

Per un’azione diretta, autogestita, internazionalista e trasformativa
dell’esistente, per una societa’ comunista e libertaria.

ALTERNATIVA LIBERTARIA, FEDERAZIONE ANARCHICA REGGIANA-FAI

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