CONTRO LE POLITICHE DELLO STATO TURCO AL FIANCO DELLA POPOLAZIONE COLPITA

Negli ultimi mesi l’attenzione e del mondo occidentale è stata tutta rivolta all’invasione russa dell’Ucraina ed al suo portato di morte e distruzione, e ha distolto l’attenzione su quanto sta succedendo nel resto del mondo. Nuove potenze regionali ne stanno approfittando per ampliare le proprie sfere di dominio o colpire duramente l’opposizione sociale nel proprio paese. Da aprile 2022, come avvenuto altre volte negli ultimi trent’anni, le forze militari dello stato turco sono entrate nel nord Iraq, con il sostegno del governo regionale del Kurdistan (KRG) e dei partiti politici che fanno parte del governo regionale, e hanno lanciato un attacco militare contro le organizzazioni politiche di
opposizione e i movimenti sociali radicali. Gli attacchi militari, solitamente via terra, da aprile hanno visto l’intensificarsi dell’impiego di aerei e droni che hanno colpito basi, depositi, ucciso persone e devastato villaggi.

Nel frattempo, da aprile ad oggi, è continuata la resistenza degli oppressi e delle oppresse e dei libertari contro questi attacchi militari del governo turco. La resistenza ha assunto diverse forme, tra cui marce popolari per la pace e contro la guerra, proteste e attacchi contro le basi militari delle forze turche all’interno del Kurdistan, campagne di boicottaggio delle merci turche, blocco dei siti di produzione e attacchi contro le aziende turche.
La resistenza rappresenta una netta opposizione di classe alle mire imperialistiche dello stato turco, alla volontà di annientare forme sociali avanzate che si presentano quale minaccia al clericalismo islamista del governo Erdogan e alle logiche patriarcali da sempre presenti nell’area. L’esercito turco è la seconda potenza militare nella NATO, storico braccio degli Stati Uniti nell’area. Ha sostenuto l’ISIS contro le forze rivoluzionare del Rojava e da decenni intraprende una lotta sanguinosissima contro le minoranze culturali curde e armene, contro i/le dissidenti politici e le forze di sinistra. Ora si sta ponendo come potenza mediatrice della guerra in Ucraina e come interlocutrice necessaria per i governi occidentali. Ha ottenuto l’appoggio di Svezia e Finlandia alle politiche repressive contro la minoranza curda, barattate con l’ingresso dei due stati nella NATO. Draghi è andato ossequiosamente in Turchia non più tardi di due settimane fa per coordinare le forze di polizia per il blocco e il rimpatrio forzoso dei migranti, per l’approvvigionamento di risorse energetiche e il sostegno del governo turco sulla scena Ucraina.
Le guerre sono combattute per gli interessi e i privilegi degli oppressori e degli sfruttatori, che siano in Ucraina, in Yemen, in Siria o nord Iraq. Nel mondo attualmente si stanno combattendo decine di guerre, con il loro carico di morti, distruzione, stupri, saccheggi ed esodi di massa. Negli ultimi quindici anni la crisi del sistema di egemonia mondiale fondato sulla globalizzazione ha prodotto una tendenza mondiale all’autoritarismo e alla militarizzazione. L’anarchismo sociale rompe le attuali logiche imperiali, capitaliste,
nazionaliste e autoritarie, respinge le divisioni imposte dai confini, e il concetto dell’integrità o della “difesa” territoriale di uno Stato o di una qualunque entità che aspira ad esserlo, contro tutte le politiche nazionaliste o micronazionaliste. Qualsiasi cosa voglia dire la parola “nazione”, essa nasconde la divisione tra sfruttat* e sfruttatori, tra oppress* e oppressori.
Ribadiamo la nostra condanna irrevocabile e senza ambiguità del regime di Erdogan e della sua criminale invasione del Rojava ed ora del nord dell’Iraq, nonché della sua feroce repressione del dissenso interno.
Per un antimilitarismo internazionalista e rivoluzionario, concretamente radicato
nelle lotte sociali, nelle reti di solidarietà, per creare vie d’uscita collettive e
libertarie al vortice di guerra in cui ci gettano gli Stati e il capitalismo mondiale.

Federazione Anarchica Reggiana FAI
via don Minzoni 1/d Reggio Emilia

FB: Archivio Libreria della FAI Reggiana

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