Diamo appuntamento a tutte a tutti venerdi 5 giugno alle ore 18 in Piazza Prampolini per un presidio contro il governo. L’appuntamento, organizzato dall’Area Libertaria e dalla FAI Reggiana, sarà anche una scadenza liberatoria, gioiosa creativa e cantata che vedrà la partecipazione di poeti, scrittori, artisti e cantanti. Tutti e tutte possono partecipare, anche in ordine sparso, con il dovuto distanziamento.
Vi aspettiamo venerdi in Piazza Prampolini.
ANCORA UNA VOLTA IN PIAZZA CONTRO IL GOVERNO.
Non è più gialloverde ma poco cambia. Questo governo continua sulla strada di quelli che lo hanno preceduto, di un colore o dell’altro, continuando a distribuire miliardi di fondi pubblici alle grandi aziende ed elemosine -quando arrivano- a tutti gli altri. In quest’epoca di pandemia continua sulla strada della repressione e del controllo esasperato, della colpevolizzazione di comportamenti ritenuti “antisociali”. Per rendere il controllo sociale ancora più capillare vuole arruolare sessantamila delatori e ufficializzarne la funzione, così finalmente anche i collaboratori di questura avranno un ruolo professionale.
Allo stesso modo il governo, aiutato in questo dagli esponenti dell’economia e della finanza, nonché da tutte le forze politiche, soffia sul fuoco del nazionalismo, esaltando “l’italianità” come valore supremo che farà superare la crisi alla nazione. Ridicole pubblicità che passano a tutte le ore sui media esaltano il sentimento nazionale come forza salvi(ni)fica, e l’essere “italiani” conferisce ai prodotti caratteristiche insuperabili. Peccato che la maggiore azienda italiana, dopo aver ricevuto per decenni miliardi di fondi pubblici, abbia spostato la sede all’estero per non pagare le tasse.
La festa nazionale del 2 giugno, da sempre imbevuta di retorica patriottica e nazionalista, è stata quest’anno anche il culmine di tutto l’apparato propagandistico dell’italianità alla riscossa sul maledetto virus orientale. Non ci dimentichiamo però che il 2 giugno è da sempre legato anche alla celebrazione delle forze armate, un organismo parassitario che ingoia una quantità spaventosa di denaro pubblico, sui 70 milioni al giorno. Tutto mentre la sanità è flagellata da decenni di tagli e il personale medico e infermieristico si è trovato ad affrontare le fasi più dure dell’epidemia cercando di proteggersi coi sacchi della spazzatura.
In pieno lockdown, mentre il governo imponeva gli arresti domiciliari ai cittadini e la chiusura a tante piccole e media attività, le industrie militari sono state classificate come essenziali e non si sono mai fermate continuando a macinare profitti con le loro sporche produzioni di armi e navi da guerra, mentre il resto del Paese si impoveriva.
Questo è il patriottismo decantato dalla retorica di stato.
Non ci serve. Non serve a chi lavora, a chi studia, a chi cerca di sopravvivere. Non serve se non alle classi padronali e politiche che ci si arricchiscono, aumentando il loro potere a spese nostre.
Ci serve invece una società solidale, orizzontale, costruita sul mutuo appoggio, la condivisione e la libertà individuale e collettiva insieme. E ce la dobbiamo costruire da soli, un pezzetto alla volta, perché nessun partito, nessuno stato, nessuna repubblica farà mai niente per avvicinarci ad essa.
Federazione Anarchica Reggiana – FAI