ANCHE QUEST’ANNO TORNANO I MERCOLEDI LIBERTARI!
ogni mercoledi dalle ore 20 aperitivo e musica
Circolo Berneri Via Don Minzoni 1/d
MERCOLEDI 19 GIUGNO
Sèinsa tanti bali live
ANCHE QUEST’ANNO TORNANO I MERCOLEDI LIBERTARI!
ogni mercoledi dalle ore 20 aperitivo e musica
Circolo Berneri Via Don Minzoni 1/d
MERCOLEDI 19 GIUGNO
Sèinsa tanti bali live
CARLO TRESCA: UN ANARCHICO ITALIANO NEGLI STATI UNITI
8 GIUGNO 2019
Circolo Berneri, Via Don Minzoni 1/d – Reggio Emilia
ore 17 Presentazione della ricerca di A. Incerti e esposizione di materiali originali sul movimento operaio americano
ore 20 cena sociale
USI-CIT Reggio Emilia
usi-reggioemilia@inventati.org
FB: Usi-Cit Reggio Emilia
Federazione Anarchica Reggiana – FAI
fa_re@inventati.org
FB: Archivio Libreria della FAI Reggiana
LIBERTÀ PER TUTT*
Senza Chiesa Nè Stato!
Come Federazione Anarchica Reggiana e USI-CIT Reggio Emilia partecipiamo al Modena Pride portando i nostri contenuti per ribadire la necessità dell’emancipazione, individuale e collettiva, dal sessismo e dall’omo-transfobia, piaghe sociali di diretta matrice religiosa.
Politicanti opportunisti, in cerca di facili consensi raccolgono l’odio religioso verso le persone LGBTI+ e cercano di introdurlo negli ordinamenti giuridici dei Paesi dove le religioni sono strettamente legate al potere statale. Ovviamente l’Italia è in prima fila, con un governo che di ignoranza, intolleranza, oscurantismo e odio ha fatto una bandiera. Odio per tutte le diversità: di nascita, di classe, di genere e di orientamento sessuale. Il congresso di Verona è stata solo una delle espressioni visibili di questo odio abilmente seminato e fatto crescere nella società, anche grazie a decenni di chiusura su queste tematiche nei vari partiti al governo.
È positivo che nella piattaforma politica del Pride si ricordi che quest’anno ricorre il 50° anniversario dei moti di Stonewall. Per contrastare questa involuzione sociale è infatti necessaria una forte mobilitazione sul fronte dei diritti, che come la storia ci insegna non si ottengono per gentil concessione del governo di turno, ma si conquistano cambiando la società con le lotte. Una mobilitazione che, per essere efficace veicolo di trasformazione sociale, deve però andare al di là della singola rivendicazione del momento ed essere trasversale e comune a tutte le categorie che subiscono discriminazione e sfruttamento, indipendentemente da orientamento sessuale, stile di vita, etnia e provenienza. Le categorie sono di per sé stesse escludenti, privilegiano chi ne fa parte e discriminano il diverso, mentre i diritti non possono essere che universali, e per questo vanno riferiti alle singole persone. Persone libere, non incasellate in una o più definizioni.
Come anarchiche e anarchici crediamo che una società libera, fatta da persone libere, possa essere creata attraverso la pratica della libertà stessa e dalla decostruzione di tutte le strutture oppressive e delle relazioni autoritarie, tipiche della società capitalista e patriarcale nella quale viviamo oggi.
Anche la famiglia basata sul matrimonio è una costruzione della società patriarcale e di essa costituisce la cellula base, all’interno della quale spesso nascono rapporti autoritari e si consumano violenze. Il matrimonio egualitario rivendicato al primo punto della piattaforma, sebbene sia senza dubbio una soluzione a problemi gravi e differenze contingenti, è tuttavia un obiettivo parziale.
Già all’inizio del secolo scorso Errico Malatesta parlava di famiglia come risultato della “pratica dell’amore, libero da ogni vincolo legale, da ogni oppressione economica o fisica, da ogni pregiudizio religioso.”
Crediamo pertanto che si debba andare verso il superamento del matrimonio come condizione base per ottenere i diritti alla genitorialità e alla reciproca assistenza per tutte le persone, di qualunque genere e orientamento sessuale. I diritti, per essere tali, oltre a essere individuali non possono essere condizionati alla stipula di un contratto davanti a un ufficiale di stato civile.
Per una societa’ libera e solidale senza chiesa, stato e patriarcato!
Federazione Anarchica Reggiana – FAI
USI.-CIT Sez. Reggio Emilia
Via Don Minzoni 1/d – Reggio Emilia
fa_re@inventati.org
usi-reggioemilia@inventati.org
Sabato 18 Maggio a Gualtieri (RE) presso la casa museo “Antonio Ligabue”
via Giardino 27
Giornata in ricordo di Celestino Caleffi
a dieci anni dalla scomparsa
ore 17,30
Omaggio a Giovanna Caleffi
Piazza Bentivoglio, portico Nord
ore 18.00
interventi in memoria di Celestino e Giovanna:
Gianandrea Ferrari
Federazione Anarchica Reggiana
Fiamma Chessa
Archivio Famiglia Berneri Aurelio Chessa
Famigliari e amici
a seguire cena popolare
info e prenotazioni 3336546089 – 3471316798
RICORDANDO CAMILLO BERNERI
sabato 11 maggio
ore 17.00 – Piazza Fontanesi
itinerario sui luoghi di Camillo Berneri a Reggio Emilia
ore 18.00 – Via Don Minzoni
intervento di Federico Ferretti davanti alla targa che ricorda Berneri
ore 20.00
cena al circolo Berneri
ore 21.00
concerto di Rocco La Guardia
Cucine del Popolo
Federazione Anarchica Reggiana – FAI
Archivio Famiglia Berneri-Chessa
SABATO 26 GENNAIO
I DIMENTICATI CHE NON DIMENTICHIAMO – Dalle leggi razziali al decreto Salvini
incontro dibattito con Daniele Ratti e Carlo Berini
ORE 16 al Circolo Anarchico Berneri, Via Don Minzoni 1/d – RE
A seguire cena sociale
—–
La giornata della memoria, che in tutto il mondo celebra l’anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz, non può che legarsi al ricordo indelebile dei treni che per anni hanno trasportato ebrei, sinti, rom, omosessuali, politici, malati di mente verso lo sterminio.
Una memoria, la nostra, che si estende a deportazioni, repressioni e genocidi di tutte le epoche.
Ma per conferire alla memoria un valore presente vogliamo ricordare la storia che, col tentativo di tacere le responsabilità, viene forzosamente ignorata dalle commemorazioni ufficiali e istituzionali.
Non si può allora non pensare alle guerre ancora in corso in cui lo stato italiano sta combattendo per motivi di interesse geopolitico come in Afghanistan, in Siria ed in Libano, alla responsabilità diplomatiche e militari dello stato italiano nella guerra dell’ex Jugoslavia, ai campi nomadi ancora presenti sul nostro territorio, ai sempre più numerosi attacchi a omosessuali, lesbiche e transgender, al ruolo assegnato a immigrat@ e minoranze.
Abbiamo organizzato un pomeriggio di approfondimento e dibattito per esaminare le politiche discriminatorie dai governi italiani contro gli immigrati e le immigrate, con particolare attenzione al decreto Salvini del 2018, e del vero e proprio fronte di guerra che lo stato ha aperto con questi “nemici”. E delle conseguenze di tutto questo: morte, paura, disgregazione sociale ed emarginazione. Vogliamo ragionare inoltre su come queste politiche discriminatorie ricadano pesantemente su tutte le minoranze presenti nel nostro paese, in primi sulle comunità rom e sinti.
Invitiamo tutti e tutte sabato 26 gennaio 2019 ore 16.00 per l’Incontro dibattito con Daniele Ratti e Carlo Berini al Circolo Berneri, Via don Minzoni 1/d Reggio Emilia, info 3473729676.
Federazione Anarchica Reggiana – FAI
Via Don Minzoni 1/d
fa_re@inventati.org
FB: Archivio Libreria della FAI Reggiana
Il 6 gennaio 2019 alle ore 11 a Villa Minozzo (RE) in piazza del comune ricorderemo Enrico Zambonini, nato a Secchio di Villa Minozzo il 28 aprile 1893, anarchico e tenace antifascista.
Enrico Zambonini si avvicinò all’anarchismo nel primo dopoguerra, con l’ascesa del fascismo fu esule in Francia e in Belgio.
Militante della Rivoluzione Spagnola (1936-1939) ,durante la Resistenza fu partigiano sulle nostre montagne, il 30 gennaio 1944 venne fucilato al Poligono del Tiro di Reggio Emilia dalle squadracce fasciste.
Federazione Anarchica Reggiana – FAI
Unione Sindacale Italiana – CIT – Sez. di Reggio Emilia
Via Don Minzoni 1/d- Reggio Emilia
federazioneanarchicareggiana.noblogs.org
usireggioemilia.noblogs.org
FB: Archivio Libreria della FAI Reggiana
USI-CIT Reggio Emilia
Di seguito la biografia di Enrico Zambonini:
Nasce a Secchio di Villa Minozzo (Re) il 28 aprile 1893 da Ferdinando e Virginia Comastri, meccanico, muratore e minatore. Il padre, conduttore di muli, è di orientamento radicale, una posizione non certo diffusa nei piccoli borghi dell’alto Appennino reggiano, dove prevalente è il ruolo della Chiesa. Pur aiutando il padre nel lavoro Z. frequenta fino alla 3a elementare, con buoni risultati. Nel 1906, quando ha appena 13 anni, come tanti altri abitanti della montagna prende la via dell’emigrazione: si trasferisce a Genova, in casa di uno zio paterno, il quale però quattro anni dopo s’imbarca per l’America. Rimasto solo, continua a vivere e lavorare a Genova e si avvicina al movimento socialista. Chiamato alle armi nel 1913, assegnato a un reggimento di artiglieria da montagna, è inviato in Libia dove il suo reparto è impegnato nelle azioni di repressione della guerriglia indigena. Durante il servizio militare – torna dalla Libia solo agli inizi del 1919 – si avvicina alle posizioni anarchiche, senza con ciò interrompere completamente i rapporti con i socialisti: lo dimostra il fatto che alla fine del 1919, quando è già rientrato in Italia ed è attivo militante nella CdL sindacalista di Sestri Ponente, partecipa all’assemblea costitutiva della sezione socialista di Villa Minozzo e sottoscrive una lira “pro automobile rossa”, cioè per l’acquisto di un’auto che doveva facilitare lo spostamento degli oratori socialisti nella montagna reggiana. Come detto, nel corso del 1919 è a Sestri Ponente. Oltre ad essere attivo nella CdL partecipa alla costituzione del sindacato minatori aderente all’USI. Rientra però varie volte nel suo paese natale, dove non manca di svolgere propaganda libertaria. È ricordata anche la sua partecipazione come attore a un Maggio, una forma di teatro popolare caratteristica dell’Appennino. In occasione di uno dei suoi rientri, nell’estate del 1922, mentre assiste alla rappresentazione di un Maggio a Gazzano è aggredito da un gruppo di fascisti, al grido di “A morte l’anarchia”. Riesce però a tener testa agli avversari e a rientrare a Secchio senza conseguenze. Decide però di partire subito e di espatriare clandestinamente in Francia. Inizialmente si stabilisce a Marsiglia, dove trova lavoro in una azienda di prodotti chimici e dove prende parte alla vita del movimento anarchico esiliato. Alla fine del 1923 si trasferisce a Saint Raphaël, occupandosi prima come meccanico e poi come direttore di una cooperativa edile. Nel 1928 è accusato ingiustamente di aver attentato alla vita di un agente consolare fascista. Nel corso della perquisizione del suo alloggio la polizia trova solo materiale di propaganda anarchica e al processo Z. è assolto da ogni accusa. Conclusasi positivamente questa vicenda, Z. ritiene però opportuno cambiare paese e si sposta a Liegi, in Belgio, dove trova lavoro prima come meccanico e poi come muratore. Anche qui è segnalato dalla polizia come attivo anarchico, tiene conferenze e partecipa a numerose riunioni. Nel 1932 si trasferisce in Spagna, a Barcellona. Nell’autunno 1934, mentre si trova con la sua compagna in Francia, è arrestato e condannato ad un mese di reclusione per infrazione al decreto di espulsione, ricevuto tempo prima. Scontata la pena, riparte per la Spagna. Al momento della sollevazione dei generali e dell’inizio della Guerra civile Z. è a Barcellona; partecipa dunque alla primissima fase di organizzazione della presenza armata antifascista in questo paese. È tra i primi aderenti alla Sezione Italiana della Colonna “Ascaso” FAI-CNT, con la quale partecipa ai combattimenti di Huesca e Almudévar. Nell’aprile 1937, quando la Colonna si scioglie per protesta contro la militarizzazione, rientra a Barcellona, dove trova impiego come meccanico presso il sindacato dell’alimentazione della CNT. Partecipa ai tragici scontri del maggio 1937 e mentre è impegnato nella difesa della sede del Sindacato dell’alimentazione rimane ferito al volto. Rimane comunque in città ed è tra i promotori di una colonia per gli orfani di guerra, che è effettivamente aperta il 7 novembre 1938 a Pins del Valles. Agli inizi del 1939 ripara in Francia, stabilendosi a Perpignano. Fermato dalla polizia francese è internato nel campo di Argelès-sur-Mer. Nel luglio 1941 è ricoverato in ospedale per i postumi delle ferite riportate nei fatti di maggio a Barcellona. Il 6 agosto 1942 è consegnato alla polizia italiana: trasferito a Reggio Emilia, è rinchiuso in carcere e poi condannato nel settembre 1942 a cinque anni di confino nell’isola di Ventotene. Come tanti altri anarchici alla caduta del fascismo non è liberato ma inviato nel campo di concentramento di Renicci di Anghiari (Ar). Durante il trasferimento, però, si rifiuta di proseguire il viaggio ed è allora rinchiuso nelle carceri di Arezzo. Viene liberato solo il 4 dicembre 1943 e può così tornare a Secchio. In questo periodo nell’Appennino reggiano sono in formazione alcune bande partigiane. Già sono saliti i fratelli Cervi con i loro compagni, e anche il Partito comunista sta cercando di dare vita ad un movimento clandestino. Z. entra in contatto con gli antifascisti della zona, che gli prospettano la proposta di assumere il comando del gruppo partigiano che si vuole costituire a Cervarolo. Ma cerca di riprendere i contatti anche con gli anarchici che in Emilia sono attivi nella lotta partigiana, e si incontra Emilio Canzi di Piacenza, Aladino Benetti di Modena e Attilio Diolaiti di Bologna. Il 21 gennaio 1944 i fascisti accerchiano la parrocchia di Tapignola, dove è a riposo una formazione partigiana. Nasce un conflitto a fuoco e i fascisti mentre si ritirano arrestano il parroco, Don Pasquino Borghi. Il giorno dopo arrestano pure Z. e lo trasferiscono in carcere a Reggio Emilia. Il 30 gennaio, dopo un processo sommario, quale rappresaglia per le ripetute eliminazioni di esponenti fascisti da parte dei gappisti, Z., don Borghi e altri sette esponenti socialisti e comunisti sono fucilati al Tiro a segno del capoluogo. Egli rifiuta i conforti religiosi e muore gridando “Viva l’anarchia”. Nella sentenza pubblicata sul «Solco fascista» del 1° febbraio 1944 si legge che i nove sono condannati alla pena di morte per concorso in omicidio di quattro fascisti e “per aver nel territorio della provincia di Reggio nell’Emilia, con decisi atteggiamenti, con parole, con atti idonei ad eccitare gli animi, alimentato l’atmosfera dell’anarchia e della ribellione e determinato gli autori materiali degli assassini a compiere i delitti allo scopo di sopprimere nelle persone dei Caduti i difensori dell’indipendenza e dell’unità della Patria”. In più, a Z. è contestato “di aver combattuto contro le truppe fasciste, nelle orde rosse in Ispagna”. Dopo la fucilazione, è seppellito nel cimitero di Villa Ospizio, dove sono i resti dei sette fratelli Cervi. Un distaccamento partigiano della montagna prenderà il suo nome, omaggio a una persona esemplare dal punto di vista della militanza antifascista. (C. Silingardi)
Fonti
Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell’Interno, Casellario politico centrale, ad nomen.
Bibliografia: L. Arbizzani, Antifascisti emiliani e romagnoli in Spagna e nella Resistenza, Milano, 1980, ad nomen; I. Rossi, La ripresa del movimento anarchico italiano e la propaganda orale dal 1943 al 1950, Pistoia 1981, ad indicem; P. Bianconi, Gli anarchici italiani nella lotta contro il fascismo, Pistoia 1988; F. Montanari, L’utopia in cammino (Anarchici a Reggio Emilia 1892-1945, Reggio Emilia 1993; A. Zambonelli, Vita battaglie e morte di Enrico Zambonini (1893-1944), Reggio Emilia [s.d.].
Venerdi 21 dicembre
Circolo anarchico Berneri, Via Don Minzoni 1/d (RE)
ore 20: cena
0re 21: ‘Una storia nella Storia: Giuseppe Pinelli”
Interverrà Claudia Pinelli
A 49 anni di distanza dalla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 a Milano e dall’assassinio del compagno anarchico Giuseppe Pinelli promuoviamo un incontro per analizzare quel fatto drammatico che investì il nostro paese.
Parleremo della strategia della tensione con le numerose stragi di Stato messe in atto per fermare le lotte studentesche del ’68 e quelle operaie del ’69. Affronteremo il processo di criminalizzazione del movimento anarchico realizzato dal potere con l’arresto di Valpreda e di tant* compagn* anarchic*. Analizzeremo la politica delle bombe messe dai fascisti pilotati dai servizi segreti (piazza Fontana, piazza della Loggia, stazione di Bologna, …). E infine ricorderemo pensando a quei giorni il nostro compagno Giuseppe Pinelli assassinato nei locali del quarto piano della Questura di Milano, da cui venne fatto precipitare, nella notte tra il 15 ed il 16 dicembre.
Federazione Anarchica Reggiana e Cucine del Popolo
Via Don Minzoni 1/d – Reggio Emilia
fa_re@inventati.org —– FB: Archivio Libreria della FAI Reggiana