La Federazione Anarchica Reggiana – FAI in merito a i rigurgiti del fascismo locale ribadisce la necessità della costruzione, qui e ora, di processi di autogestione ed emancipazione sociale fondati su solidarietà ed eguaglianza.
Per quel che ci riguarda i residuati bellici post missini che oggi scendono in piazza con loro mortifera liturgia sono una delle tante facce delle politiche autoritarie che la stragrande maggioranza delle forze politiche istituzionali esprimono e praticano.
Storicamente il fascismo nasce come reazione alle mobilitazioni in senso rivoluzionario del biennio rosso. La sua nascita è stata sponsorizzata dagli agrari, dal clero, dalla monarchia e dalla grande industria italiana per colpire le forze che si organizzavano, per l’emancipazione sociale, dopo il grande macello della prima guerra mondiale.
La Federazione Anarchica Reggiana – FAI ritiene altresì necessario sottolineare come il fascistame sia stato sdoganato da quelle forze politiche che hanno costruito la propria immagine politica intorno alla retorica sulla Resistenza fin dal 1945: prima con le amnistie verso i gerarchi repubblichini e poi con la legittimazione del MSI. Ma non solo: lo sdoganamento si è reso ancora più sfacciato ed evidente negli ultimi decenni: basti pensare alle dichiarazioni sui “ragazzi di Salò”, all’istituzione della sedicente Giornata del Ricordo, basata sulla menzognera e fantasiosa ricostruzione degli eventi sul confine orientale alla fine del secondo conflitto mondiale. Conflitto che, ricordiamo, è stato voluto dal fascismo e dai Savoia e che ha visto il sistematico massacro della popolazione civile slovena, attuata dal Regio Esercito su direttiva della casa regnante e del governo fascista.
Il PD, insieme ad altri partiti, è stato tra i principali sdoganatori del neofascistmo ed è il comitato d’affari di chi vuole politiche antipopolari e guerrafondaie. Costoro amano amano richiamarsi alla Resistenza mentre promuovono politiche di macelleria sociale: misure di austerity, compressione dei salari, tagli a sanità e istruzione che colpiscono tutte le fasce deboli della popolazione.
Parlano di solidarietà verso i deboli ma sono coloro che hanno istituito i CPT (legge Turco-Napolitano), poi CIE, per meglio gestire la manodopera di origine straniera, parlano di pace e giustizia ma hanno promosso gli interventi militari italiani negli ultimi venti anni.
Non possono essere sicuramente questi i soggetti deputati a contrastare le culture autoritarie e razziste espresse dai neofascisti.
Un’autentica opposizione al fascismo si costruisce tutti i giorni con comportamenti e valori in sintonia con la libertà, la solidarietà e con una metodologia orizzontale, priva di deleghe e alternativa a una società basata sullo sfruttamento e sulla mercificazione del mondo.
Corteo sabato 11 gennaio ore 10 piazza Gioberti
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